E' passato un mese da quell'undici marzo. Una telefonata e tutto si apre, la paura, l'angoscia per quello che non è successo la voglia di capire.
Un uomo in macchina. Parcheggiato sotto casa. Aspetta mia mamma e la convince appena lei esce di casa di essere amico di suo figlio. Lei gli crede. Lui le spiega che aveva molti soldi da dargli ma che servivano quattromila euro per le spese. Lei gli crede
Lui la fa salire in macchina.
Lei gli crede e sale in macchina con lui. Con uno sconosciuto.
Lui la accompagna in banca. Che gentile.
Lei entra in banca. Da sola. Va alla cassa. Saluta la solita cassiera che la conosce, che sa che di solito è accompagnata, che sa che di solito non ritira più di qualche centinaia di euro per la spesa. La cassiera non si stupisce di vederla da sola. Di vedere una signora di ottant'anni che cammina con il bastone, da sola. Che chiede quattromila euro. Fatta l'operazione pure la saluta. Che gentile.
Lei esce dalla banca. Sale in macchina con lui. Lui la accompagna a casa. Le rilascia pure una ricevuta. Pure. Una ricevuta. Che gentile. Che onesto. Lei entra in casa.
Ci ho messo un mese a scriverlo. Ci ho messo un mese a realizzarlo.
Un mese.
No comments:
Post a Comment
Lascia il tuo commento. Please, leave a comment