February 18, 2010

Quando si dice integrazione






M mi fa impazzire. M non mi rispetta e mi risponde salmodiando nella sua lingua qualche sicura maledizione. A fare i compiti non ci pensa nemmeno per sogno. Spende tutto il suo pomeriggio a giocare con la Play a giochi di guerra e i suoi discorsi riguardano solo la morte, la battaglia, il sangue e tutti i modi possibili per annientare le persone.
Va bene. E' quarto di cinque figli venuti al mondo solo per una questione fisiologica. Quando aveva 5 anni andava alla scuola materna da solo...quanti bambini conosci che vanno all'asilo da soli? La mamma alle 8.00 della mattina li spediva fuori di casa perchè si doveva riposare...nemmeno 30 anni cinque figli, senza lavoro, senza pranzo nè cena. M ruba la carne dal piatto della sorella e per questo lei ha detto alla sua maestra che cena da sola in camera sua. Per difendere quel poco di carne che le tocca.
Hai fatto colazione? Sì, sì ho bevuto tre bicchieri di tè (sai quanto sono grandi I suoi bicchieri di tè? più piccoli di una tazzina da caffè). Maestra non ho la merenda. Maestra non ho l'astuccio...ho perso il libro. Quaderni? Quali quaderni?
"Senta signora, dobbiamo parlare del comportamento di suo figlio. Disturba, è scorretto con l'insegnante e con i compagni. Appena può prende per il collo qualche bambino"...e vorrei vedere loro hanno tutto quello che lui non ha. Ovviamente essendo denutrito non può prendersela che con bimbi di prima perchè quelli di seconda sono già più grandi di lui che ha otto anni ma non arriva a pesare venti chili bagnato.
Mi sento rispondere "Signora, lei ha il permesso di picchiare mio figlio. Quando lui si comporta male gli dia pure una sberla! Io non sono come le mamme italiane! I bambini vanno picchiati e tanto! Questo è l'unico modo per educarli!".
Questa sì che è integrazione.
Non ho armi con lui.
E in più sono pure femmina, cosa che lo disgusta e che mi rende per principio un essere inferiore.
Mo non si vuole mettere la giacca per uscire, nemmeno se fuori c'è la neve, perchè la giacca chissà da chi l'ha avuta e lui non vuole indossarla per principio.
M odia il mondo, i compagni, la maestra, la sua mamma. E' sempre sporco, in disordine, arruffato e arrabbiato. Arrabbiatissimo. Come dargli torto?
E io non ho potuto fare altro che piazzargli cinque in pagella.
Che cosa posso fare per lui?
La mamma dice che vuole tornare nel paese Natale e che lo porterà con sè.
Cosa sarà di lui? E' questa la scuola delle opportunità e dell'integrazione? Una scuola che con i tagli non può permettersi neppure di comprargli i quaderni!
Una scuola che dovrebbe dare opportunità a tutti. Ma come si fa? Insieme con M ci sono J. dall'Africa sudsahariana, W. dalla Cina (lui i compiti non li fa perchè al pomeriggio deve tagliare i pantaloni con il papà), P. che è al limite dell'anormalità (la mamma dice che non conosce i colori perchè quando la maestra dell'asilo li ha spiegati lei era a casa ammalata...), B. che è dislessica...e poi il resto.
E tutto questo da soli in classe perchè la cara ministra ha deciso che le compresenze non servono. Che le maestre si arrangino con tutto quello che guadagnano.
Uff che sfogo. Uff che giornata.
Domani M sarà ancora là. E io pure.

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